Comincia il capitolo dedicato agli eroi della categoria dei politici, e devo dire con grosso dispiacere (anche se a dirla tutta me l'aspettavo) che approfondire le vicende in cui sono coinvolti degli onorevoli è come entrare in una valle di lacrime!
La storia dell'uomo di cui voglio scrivere in questo post è un esempio lampante di come la politica non solo sia sempre stata consapevole dell'esistenza della mafia, ma sia stata anche partecipe nel permetterle di crescere e radicarsi in Italia;
Pasquale Almerico era un Siciliano DOC.
Era nato a Camporeale nel '14, e aveva dedicato la sua vita ai bambini (era un maestro d'elementar)i, alla fede, ed alla Res Pubblica, la politica appunto, grazie alla quale era convinto di poter fare del bene a tutti suoi compaesani.
Erano i primi anni '40 quando, insieme all'amico don Vincenzo Ferranti e ad altri giovani impegnati, fondò la sezione del partito della Democrazia Cristiana di Camporeale. Il gruppo mise subito in chiaro le proprie intenzioni, manifestando la chiara volontà di contrapporsi ad un potere mafioso che in quella terra portava il nome di Vanni Sacco. I propositi erano eccellenti, ma per portare avanti una battaglia simile c'è bisogno di forza e coraggio, qualità che risiedono solo in persone fuori dal comune! Ed infatti il primo a cedere alla pressione del boss fu don Vincenzo, anche se, bisogna dargliene atto, le intimidazioni nei suoi confronti furono pesanti: la notte del 26 Maggio 1946 una serie di mitragliate si infranse sui muri della canonica. Il prete decise di fuggire, rifugiandosi nel Palazzo Arcivescovile di Monreale, non sapendo che lo stesso Monsignor Filippi fosse un caro amico di Vanni Sacco. Fu così che don Ferranti fu convinto dall'arcivescovo a tornare a Camporeale, accompagnato addirittura dal boss in persona, dando un chiaro segnale della sua sottomissione.
La situazione in paese non era delle più facili, ma Pasquale Almerico non era certo quel tipo di persona che si lascia sottomettere dal signorotto locale. Continuò la sua campagna e riuscì nel 1952 a farsi eleggere sindaco del paese.
Per due anni le cose filarono senza grossi intoppi, Almerico fu artefice di importanti opere per Camporeale, tanto è vero quasi tutti i suoi compaesani gli volevano un gran bene. Ma fu allora che cominciarono i veri problemi!
Vanni Sacco, deluso dal partito liberale cui aveva per anni dato fiducia, decise di passare alla DC portando con sè i suoi sgherri, in tutto circa 300 persone...
300 tessere in un piccolo paese della Sicilia sono come oro colato,anche per un partito come la Democrazia Cristiana, ma il buon Almerico, ben conoscendo gli elementi in questione, decise di non concedere loro la possibilità di far parte della sezione. Questa decisione segnò per lui l'inizio della fine...
Per prima cosa il boss chiese ed ottenne le tessere al coordinatore regionale Gullotti. Come se tutto ciò non bastasse riuscì inoltre a far cacciare Almerico dal partito! Pasquale sapeva di essere ad un bivio: da una parte la possibilità di mollare tutto e continuare a vivere da maestro, dall'altra quella di sollevare le maniche e lottare.
Scelse la seconda...
Decise di mantenere l'incarico di sindaco nonostante l'espulsione dal partito e di denunciare agli alti ranghi quello che stava succedendo a Camporeale. Prese carta e penna e scrisse una eloquente lettera indirizzata al segretario provinciale Giovanni Gioia e,per conoscenza, al segretario nazionale Amintore Fanfani, nella quale spiegava che concedendo le tessere a Vanni gli sarebbe stato permesso di mettere le mani sulla sezione di Camporeale. Almerico descrisse come la mafia cercava di radicarsi nelle istituzioni e denunciò inoltre che la sua stessa vita fosse in pericolo. La seccata risposta di Gioia fu:"Il partito ha bisogno di gente con cui coalizzarsi, ha bisogno di uomini nuovi, non si possono ostacolare certi tentativi di compromesso".
Trovatosi abbandonato dallo stesso partito che aveva contribuito a far crescere Almerico si rese conto che la fine per lui era vicina.
Ed inesorabilmente arrivò la sera del 25 Marzo 1957.
Un gruppo di uomini a cavallo gli tese un agguato in pieno centro di Camporeale e lo dilaniò a colpi di mitra. I killer infierirono sul suo corpo per 30-40 secondi prima che uno di loro lo finisse con 7 colpi di pistola.
Nell'agguato furono ferite varie persone, ed anche un innocente passante perse la vita...
Quella di Almerico è una storia che riassume in maniera eloquente lo spirito con cui spesso, sia in passato che al presente, viene vissuta la politica in Italia!
Negli anni a venire Gioia sarebbe stato eletto deputato e ministro, mentre Fanfani avrebbe più volte ricoperto il ruolo di Premier...
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