Un mèchato all’attacco

Ormai quasi ogni giorno ci ritroviamo a dover affrontare l’affondo di uno dei tanti cagnolini dell’informazione italiana…

A turno si alternano i vari Minzolini, Feltri, Brachino, Fede, Toti, Liguori e quel giornalista con le mèches che scrive per un giornale Libero solamente di nome. Sono disposto a sorvolare su quasi tutte le innumerevoli baggianate proferite da questi professionisti della disinformazione, a meno che non si tocchi il tema “mafia”!

Ed allora rieccoci qui, pochi giorni dopo la vergognosa sparata di Emilio Fido sulle “agende rosse comuniste”, a commentare l’ennesimo attacco a Salvatore Borsellino ed al suo movimento (una campagna diffamatoria che non fa altro che aumentare la convinzione che le “agende rosse” siano davvero sulla strada giusta verso la verità). Questa volta è proprio il quattrocchi del quotidiano di Belpietro, attraverso la sua rubrica di cui il mondo farebbe volentieri a meno, a guidare l’offensiva. Non cercate in questo post il link all’articolo, non lo troverete! Non ho nessuna intenzione di contribuire a far aumentare il numero di visualizzazioni del sito di quel pseudo-giornale…

Potrei scrivere per ore su quanto mi faccia ribrezzo questo tipo di giornalismo, con il quale pur di difendere il proprio padrone si è disposti ad attaccare persone perbene come Salvatore Borsellino, un uomo che ha perso il fratello martoriato da una bomba e che lotta per avere giustizia. Ma sarebbe il modo sbagliato di affrontare la questione… Credo invece sia più giusto condividere la risposta che Benny Calasanzio, il nipote di Paolo e Giuseppe Borsellino (eroi veri, non come il Vittorio Mangano per il quale smaniano i padroni di Facci) ha lasciato sul suo blog:   

Ciao Facci, due parole su Salvatore Borsellino

Ciao Facci,

come va? Scusa se solo adesso trovo il tempo per leggere quella cosa che hai scritto su Libero, si insomma, quel pezzo dedicato alla figura di Salvatore Borsellino, che con poca fantasia hai titolato“professione fratello”. Non dire che i titoli li fanno i titolisti, questo così becero e scontato è opera tua, mi gioco la testa.
Vedi Facci, Borsellino Salvatore, purtroppo, di professione non fa solo il fratello; anche potendo andare in pensione e godersi la vita su una spiaggia è rimasto a lavorare nella sua azienda di telecomunicazioni. Dice che dallo Stato non vuole soldi, ma la verità su suo fratello. Che tipo all'antica, eh Facci? Ah, per la cronaca, che tu sconosci, ha anche rifiutato i risarcimenti per la morte del fratello. Più che tipo all'antica direi stupido, o no Facci?
E nei momenti liberi, Facci, il "fratello professionista" gira tutta l’Italia per parlare ai giovani sì di Paolo Borsellino, ma anche di quello che sta emergendo a Caltanissetta e che tu e la scuderia di cui fai parte suppongo temiate peggio di Mani Pulite. Una verità che metterebbe in luce da chi sei stato pagato in questi anni.
Nelle righe che hai scritto, poco brillanti, poco ironiche, poco incisive, si insomma, poco righe, è evidente che a Palermo non c’eri. Troppi errori grossolani, troppe cose per sentito dire o per "sentito leggere".Ma in effetti come facevi a presentarti in Via D’Amelio? Hai molto meno coraggio di Fini e Pisanu che si sono presentati rischiando dure contestazioni. Tu col tuo jaguarino cosa venivi a fare in Via D’Amelio? A spiegarci i perchè della tua frustrazione, ossia non essere nato Travaglio?
E’ vero però, Rita non c’era al castello Utveggio, ma chiedile perchè. Oh scusa, è vero, con te ormai non ci parla nessuno. Forse non c’era perchè quella salita sotto il sole cocente avrebbe steso al suolo chiunque; pensa che mia madre, figlia e sorella di vittime di mafia (sono quelli a cui la mafia ha fatto bum bum perchè non hanno abbassato la testa e non si sono venduti, hai idea di cosa parlo Facci?), ha avuto un malore. Prossimo anno però, Facci, ore 18!, basta sole a picco, che se lo metta in testa Borsellino!
Perdo parte del mio prezioso tempo solo per dirti che in fin dei conti la pensiamo allo stesso modo: Salvatore dovrebbe smetterla di lavorare e dedicarsi davvero alla “professione fratello a tempo pieno”, a quella professione che oggi sta tutelando i magistrati di Caltanissetta e di Palermo, che li circonda di attenzione e affetto, che attira centinaia di giovani da tutta Italia in quel budello d’asfalto che oggi è la via più conosciuta d’Italia. Parli di chi non c’era Facci, ma perchè non ti informi su tutti quelli che c’erano? Ah è vero, con te non ci parla più nessuno.
Detto questo ti lascio, e ti ringrazio di cuore. E’ grazie a gente come te, come il tuo direttore e come il tuo precedente datore di lavoro che noi rimarremo sempre uniti e non sbaglieremo mai strada. Laddove ci sarete voi, Facci, vorrà dire che noi andremo altrove, sempre e comunque. E quando la verità su Via D’Amelio arriverà come una meteorite sulla vostra redazione, quando dovrete scriverne, quando quella verità porterà con sè magari “la cazzata dell’agenda rossa”come nobilmente la definisci, e che qualcuno gelosamente custodisce, beh allora ti verrò a cercare. Per avere le tue scuse da portare a Salvatore Borsellino. Perchè qui da noi, a casa delle agende rosse, non odiamo nessuno, nemmeno te Facci.
Ti avrei potuto scrivere indignato Facci, dicendoti che dovevi vergognarti per quello che avevi scritto su una persona che nemmeno conosci, che per decine di migliaia di giovani rappresenta la speranza in un’Italia diversa, e che tu hai deriso; un'Italia diversa da te Facci. Ma una persona capace di scrivere quello che scrivi tu non ha cuore e non ha anima. Siamo così diversi, Facci, che mai potrò avercela con te.
Ciao.

Pubblicato da Benny Calasanzio a 7/27/2010 03:40:00 PM

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