Cosimo Cristina

Co. Cri.
Era la sigla con cui chiudeva i suoi articoli;
E' di fatto il primo giornalista ucciso dalla mafia per le sue inchieste.
Aveva solamente 24 anni...
Nato a Termini Imerese l'11 Agosto 1935 Cosimo Cristina aveva una grande passione: il giornalismo... Già a 20 anni, nel 1955, cominciò la sua avventura come corrispondente, prima per il giornale "L'Ora" di Palermo, e successivamente per testate di caratura nazionale, come "ANSA", "Il Giorno", "Il Messaggero", ed "Il Gazzettino"; Era un giornalista senza peli sulla lingua, uno che amava raccontare le cose come le vedeva! Il ruolo che si era ritagliato, seppur rilevante, cominciò ben presto ad andargli stretto: Cosimo voleva far del bene alla sua terra, voleva che la gente conoscesse le nefandezze della mafia, ma il suo lavoro non gli concedeva la libertà necessaria. Era un ragazzo ambizioso e coraggioso, e fu per questo che, nel 1959, decise, insieme all'amico d'infanzia Giovanni Cappuzzo, di fondare un periodico tutto suo: "Prospettive Siciliane". 
Cosimo era un siciliano sveglio, attento, e si era reso conto che in quegli anni le cose stavano cambiando: la mafia stava facendo il salto di qualità, stava passando dalle campagne alle città, assumendo allo stesso tempo sempre più potere, e lui, sentendo il bisogno di fare qualcosa, di dare un contributo nella lotta contro la malavita, decise di intraprendere quest'avventura. Un giornale contro la mafia, in una terra che rifiutava di credere che la mafia esistesse! 
Tanto per chiarire subito quale sarebbe stato lo stile del suo operato Cristina esordì così:
“Riteniamo che premessa indispensabile per ogni opera di rinnovamento sia la moralizzazione. Denunzieremo quindi ogni violazione ai principi di onestà amministrativa e politica, sicuri anche in questo di interpretare i sentimenti e le aspettative di un popolo di antica saggezza”. Nello stesso numero pubblica, sempre in prima pagina, l’articolo “Ucciso dalla mafia Agostino Tripi?”.
Da quel momento il giovane giornalista cominciò una serie di appassionanti inchieste riguardanti la criminalità organizzata, includendo talvolta, non senza subirne le conseguenze, nomi e cognomi di personalità di spicco.
Il suo lavoro dava fastidio, molto fastidio! Tant'è vero che la sua "avventura" non durò a lungo...
Cosimo Cristina sparì il 3 Maggio del 1960; 
Il suo cadavere fu ritrovato il 5 Maggio, abbandonato sui binari all'interno di una galleria. Suo padre, impiegato delle Ferrovie, fu uno dei primi ad arrivare sul luogo, per lui ovviamente fu un grosso shock...
Le indagini furono molto approssimative, e nonostante numerosi indizi facessero pensare ad un tentativo di depistaggio, il caso venne sbrigativamente archiviato come suicidio. Una vicenda che presenta tante, troppe analogie con quella che 18 anni dopo avrebbe coinvolto Peppino Impastato!
Solo sei anni dopo il caso venne riaperto, ma a quel punto dimostrare l'errore risultò impossibile, nonostante gli inquirenti fossero convinti si trattasse di omicidio.


Recentemente, una sala dell’Associazione siciliana della stampa è stata intitolata ai giornalisti uccisi dalla mafia. Tra questi figura il nome di Cosimo Cristina. L’Ordine dei giornalisti, pertanto, riconosce in Cosimo Cristina, una vittima della mafia, lo Stato no.

1 commento:

  1. Segnalo un bel libro dedicato alla storia di Cosimo Cristina, si intitoa "Enza Venturelli. Vi racconto il mio Cosimo Cristina" scritto da Roberto Serafini http://www.robertoserafini.it/

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