Questa purtroppo è la storia di un ragazzino che, come si suol dire, ha avuto la grossa sfortuna di trovarsi al posto sbagliato nel momento sbagliato...
Giuseppe Letizia aveva solo 13 anni quando, una sera come tante, ricevette dal padre l'incarico di sorvegliare lo sparuto gregge di famiglia, al pascolo in contrada Malvello, nella campagna corleonese...
Era il 1948, l'immediato dopo-guerra, il periodo in cui la mafia esce dalle campagne e tenta con successo la scalata al potere!
Quella notte Giuseppe aveva trovato rifugio in un vecchio casolare abbandonato, senza immaginare (e come avrebbe potuto?) che sarebbe diventata la scena di un terribile delitto, quello di Placido Rizzotto.
Il povero ragazzo non potè fare altro che assistere impotente, nascosto dal buio della notte, al massacro del sindacalista, rapito ed ucciso da alcuni uomini di Michele Navarra, l'allora leader dei Corleonesi.
Il giovane venne ritrovato la mattina seguente in evidente stato di shock, ma il padre, non potendo sapere quello che era successo poche ore prima, si convinse che Giuseppe stesse delirando in preda ad un attacco febbrile. Il ragazzo non delirava, cercava bensì di raccontare quanto aveva visto all'interno del casolare...
Purtroppo per lui il caso volle che l'ospedale in cui venne portato fosse proprio quello diretto dal dott. Navarra, il mandante dell'omicidio;
Preso in cura da un certo dott. Dell'Aria (che subito dopo essersi occupato del caso sarebbe emigrato per sempre in Australia) il ragazzo morì il giorno seguente, ufficialmente per tossicosi.
La vicenda fu presto dimenticata dai più, solo un paio di testate ("L'Unità" e "La voce della Sicilia") approfondirono l'accaduto avanzando l'ipotesi che il povero Giuseppe fosse stato ucciso perchè testimone dell'omicidio Rizzotto...
Giuseppe è diventato suo malgrado un piccolo eroe, testimonianza del fatto che la mafia non ha scrupoli ad eliminare qualsiasi ostacolo si ponga tra sè ed il potere, sia esso un uomo, una donna o, come questo caso, un bambino!
Giuseppe Letizia, un "Piccolo" Grande Eroe, suo malgrado. Quello che più mi meraviglia è il silenzio su questa atroce storia : un bambino di 13 anni vittima della mafia dai colletti bianchi. Io ho appreso dell'accaduto solo oggi, alla Radio, nella trasmissione "Tornando a casa" condotta dall'eccellentissima Enrica Bonaccorti presentando, tra gli altri, il nipote di Placido Rizzotto, Placido Rizzotto Jr e Gianni Bisiach, una grandissima colonna del giornalismo italiano che ha portato alla ribalta, da Corleone, nel 1962, il truce omicidio di Placido Rizzotto, un inerme sindacalista che non si è piegato di fronte alle minacce della mafia e che è stato motivo, attraverso Gianni Bisiach e 2 parlamentari, dell'istituzione della Commissione Antimafia che tutt'ora vige. Da allora, col sacrificio di tanti uomini onesti che hanno pagato con il loro sangue il contrasto alla mafia, tante cose sono cambiate anche se la mafia, purtroppo, non possiamo dire di averla sconfitta.
RispondiEliminaA tutti i caduti per mafia vada il plauso incondizionato di tutti gli italiani perbene.
Calogero Dinolfo - Cosenza
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