Peppino Impastato è, insieme a Paolo Borsellino, il personaggio cui sono più affezionato...
Erano due persone molto diverse fra loro, ma entrambi, ognuno a modo suo, hanno espresso allo stesso tempo passione, genialità, coraggio, orgoglio ed un incredibile attaccamento a quei valori per i quali hanno combattuto tutta la vita: libertà e giustizia!
Peppino nacque a Cinisi il 5 Gennaio 1948; suo padre, Luigi Impastato, era a capo di un piccolo clan mafioso, e faceva parte degli uomini vicini a Gaetano Badalamenti, quest'ultimo divenuto boss incontrastato di Cinisi dopo aver eliminato con un autobomba Cesare Manzella, precedente leader e zio di Peppino...
Quando un ragazzo intelligente, brillante e di grande cultura cresce in un contesto del genere ha solamente 3 strade su cui poter indirizzare la propria vita:
la prima, la più facile e certamente quella più remunerativa, era la carriera in Cosanostra; col suo cervello e le conoscenze legate al padre, Peppino avrebbe certamente avuto vita facile nella scalata al potere all'interno dell'organizzazione mafiosa;
la seconda, quella più comprensibile, era la via della fuga: nessuno lo avrebbe giudicato un vigliacco se avesse deciso di cercare fortuna altrove, lontano da un mondo che non gli piaceva;
ed infine la terza, quella più coraggiosa ed allo stesso tempo più pericolosa: restare a Cinisi e lottare!
Ma a differenza di tanti altri eroi che con grande valore hanno compiuto la medesima scelta, Peppino si ritrovò a lottare faccia a faccia non solo contro un potere in grado di controllare gran parte della Sicilia, ma, cosa probabilmente ancor più grave, anche contro la sua stessa famiglia, rappresentata da un padre che non volle mai accettare la ribellione del figlio...
Ancora ragazzino fu cacciato di casa. Ma questo non bastò a fermarlo, anzi diede vigore alle sue idee ed alle sue iniziative; Peppino divenne un attivista del partito comunista,nel '65 fondò il giornalino "L'idea socialista" grazie al quale ebbe modo di dare voce al suo spirito antimafioso. Non le mandava certo a dire: celebre la frase scritta a caratteri cubitali "La mafia è una montagna di merda!"...
La sua avventura "giornalistica" fu breve, il giornalino infatti venne sequestrato dopo pochi numeri.
Era ancora molto giovane, e nonostante gli impegni e la ferma fiducia nei valori che perseguiva Peppino si trovava a dover affrontare il dramma interno del conflitto con il padre, un dramma che per qualche anno gli causò non pochi sbandamenti, da lui stesso definiti "stati di incontrollabile schizofrenia".
Ma le esperienze con gli amici del partito, l'amore per la poesia e soprattutto l'immancabile appoggio della sua stupenda madre Felicia e del fratello Giovanni lo aiutarono a maturare quell'incredibile personalità che lo avrebbero portato a diventare una vera e propria spina nel fianco per la mafia!
Nel 76 costituì il gruppo Musica e Cultura, che svolgendo attività culturali di ogni genere gli diede modo di avvicinarsi a parecchi giovani di Cinisi.
Ma la vera svolta avvenne nel '77, anno in cui fondò Radio Aut, una radio libera, autofinanziata e gestita con alcuni amici, attraverso la quale Peppino intraprese la sua attività di denuncia quotidiana nei confronti della malavita della zona. Celebre era il programma "Onda pazza a Mafiopoli", nel quale insieme ai compagni si prendeva gioco di Gaetano Badalamenti, soprannominato Tano Seduto. Peppino non solo scherniva i boss di Cinisi e Terrasini (il paese in cui si trovava la sede della radio), ma raccontava ogni notizia ed ogni malefatta di cui quotidianamente veniva a conoscenza...
Giusto per rendere l'idea a coloro che non conoscono bene le vicende di mafia, Tano Badalamenti non era semplicemente un boss locale; si trattava di uno dei più potenti boss di Cosanostra, facente parte insieme a Bontade e Liggio prima e Riina poi al triumvirato in cima alla cupola mafiosa! Peppino aveva dichiarato guerra ad uno degli uomini più potenti e senza scrupoli dell'intera criminalità siciliana...
L'ultimo passo che Peppino riuscì a compiere prima di essere fermato fu quello di candidarsi con Democrazia Proletaria per il Comune di Cinisi. Il suo obbiettivo era quello di essere eletto in consiglio per avere modo di controllare dall'interno le nefandezze compiute dei politici! Memorabile, durante la campagna elettorale, la mostra fotografica da lui organizzata nella piazza del paese in cui documentava la devastazione del territorio operata da speculatori e gruppi mafiosi!
Peppino venne ucciso nella notte tra l'8 ed il 9 Maggio 1978, guarda caso (coincidenza?) nello stesso giorno in cui venne ritrovato il corpo di Aldo Moro.
Per questo motivo la notizia della sua morte non ebbe un grande richiamo...
Venne imbottito di tritolo e legato alla ferrovia Trapani-Palermo. Il suo corpo fu ritrovato dilaniato dall'esplosione... Le indagini furono inizialmente incanalate sulla pista terroristica: gli inquirenti sospettarono che durante la preparazione di un attentato qualcosa fosse andato storto; poi prese corpo l'ipotesi del suicidio, ipotesi con la quale il caso venne archiviato.
Solo dopo molti anni (il giudizio definitivo è arrivato nel 2002!!) e dopo le continue insistenze della mamma e del fratello il caso fu riaperto e si arrivò alle inevitabili conclusioni: Peppino era stato assassinato. Il mandate? Tano Badalamenti...
Dopo poche settimane dalla sua morte Radio Aut dovette chiudere, ma proprio in questi mesi, sulle tracce lasciate da quell'esperienza, è nata Radio 100 passi;
Le lotte di Peppino sono state portate avanti dalla sua coraggiosissima mamma Felicia (mancata nel 2004), dal fratello Giovanni e dai vecchi compagni (per maggiori dettagli potete consultare il sito peppinoimpastato.com);
Nel 2000 è uscito "I cento passi", bellissimo (e premiatissimo) film di Marco Tullio Giordana che racconta in maniera leggermente romanzata la vita di Peppino Impastato.
Prima di lasciarvi ad un filmato fatto con spezzoni del film e con la canzone dei Modena City Remblers ("I cento passi"), una piccola divagazione su quanto successo recentemente a Ponte Ranica, comune nell'hinterland bergamasco:
il sindaco leghista ha deciso di togliere la targa con cui la biblioteca era stata intitolata in memoria di Peppino Impastato un anno e mezzo prima. Qualunque sia la motivazione credo sia stato un brutto gesto da parte di un rappresentante delle istituzioni, sia perchè ha mancato di rispetto alla memoria di una grandissima persona, sia perchè ha dato un segnale veramente brutto a tutti coloro che ancora oggi combattono per difendere la giustizia dal potere mafioso...
Le gesta ed il coraggio di Peppino dovrebbero restare impresse nella memoria di tutti!
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