Libero, nomen omen...
La storia di Libero Grassi comincia a Catania il 19 Luglio 1924; Già dalla scelta del nome si potrebbe pensare che i genitori ne indirizzarono il destino: Libero! Un nome importante, impegnativo, con il quale i signori Grassi intendevano onorare la scomparsa di Giacomo Matteotti, il politico socialista che aveva pagato con la vita il suo pubblico schieramento contro il fascismo...
Fin dall'infanzia maturò una coscienza antifascista che lo porterà durante la seconda guerra mondiale ad entrare in un convento di Roma come seminarista, unica alternativa al combattere a fianco dei tanto vituperati nazisti...
Finito il conflitto, e conclusi gli studi, Libero si trasferì al nord dove diede inizio alla sua attività imprenditoriale nel ramo del tessile; gli affari procedevano bene, ma Libero sentiva il bisogno di riavvicinarsi alla sua terra, quella Sicilia che aveva lasciato in cerca di fortuna...
E così, verso la metà degli anni '50, decise di tornare a Palermo, dove ritrovò una vecchia amica d'infanzia con il quale avrebbe condiviso il resto della sua vita;
Libero era un imprenditore dinamico, ma non sempre le sue idee portavano i risultati sperati... Negli anni furono molte le attività che svolse con alterne fortune, fra tutte degna di nota è stata la "Solange impiantistica" con la quale intendeva sfruttare l'energia solare per produrre energia elettrica. Era il 1975, i tempi non erano maturi, nè tanto meno lo era l'Italia, troppo radicata alla tradizione per investire in strane diavolerie futuristiche! Libero aveva la capacità di vedere lontano, forse troppo...
Nonostante tutto la sua impresa tessile procedette a gonfie vele fino alla metà degli anni '80, quando la mafia decise che da quell'attività doveva avere anche la sua parte.
Fu una telefonata a dare inizio al tentativo di estorsione; Libero però non aveva nessuna intenzione di cedere, ed intraprese una personalissima battaglia contro il pizzo. Le ritorsioni non tardarono ad arrivare: alle minacce di morte seguirono prima il rapimento del cane di Grassi, e poi il tentativo di rapina delle paghe dei dipendenti. Ma tutto questo non poteva bastare a sottomettere un uomo orgoglioso e coraggioso come Grassi che, anche con l'appoggio dei suoi operai, decise di rispondere all'offensiva mafiosa con una bellissima lettera aperta pubblicata sul "Giornale di Sicilia" in cui denunciò il tentativo di estorsione e spiegò che in nessun caso avrebbe assecondato quel tentativo di sottomissione; Libero non solo si era rifiutato di pagare il pizzo, ma aveva addirittura denunciato e descritto i due uomini, che in seguito,grazie a queso gesto, finiranno in carcere, che si erano presentati al suo magazzino per la riscossione!
Libero sapeva che da solo non avrebbe potuto lottare contro un nemico forte e potente come Cosanostra, e sapeva anche che in Sicilia c'erano altre persone come lui, pronte a ribellarsi, che avevano solo bisogno di un pò di sostegno; Decise così di iniziare le sua campagna mediatica contro il pizzo, prima con un'intervista a Sandro Ruotolo, poi recandosi come ospite al programma "Samarcanda" di Michele Santoro.Con grande lucidità e coraggio Grassi ribadì di fronte a milioni di telespettatori la sua intenzione di non pagare, e incoraggiò tutti gli imprenditori siciliani a ribelarsi come aveva fatto lui. Era l'11 Aprile 1991, da quel momento il suo diventò un caso nazionale, addirittura europeo se si considera che solo pochi giorni dopo Libero venne intervistato anche dalla giornalista tedesca Katharina Burgi: giunta in Sicilia per un reportage di approfondimento sulla mafia decise di incontrare lui, l’imprenditore divenuto famoso, in Europa e Usa, per aver rifiutato pubblicamente di cedere al ricatto che gli imponeva la mafia. La giornalista rimase colpita dalla forza interiore di Grassi. Egli apparve deciso a lottare per la difesa dei propri interessi, con la speranza che il suo esempio fosse, per tanti altri siciliani rassegnati dinanzi alla forza della mafia, l’inizio di una ribellione pacifica che sottraesse il nome della Sicilia alle accuse di mafiosità.
Purtorppo però i suoi "colleghi" siciliani gli negarono appoggio, accusandolo addirittura di aver creato un inutile putiferio...
Libero Grassi fu ucciso il 29 Agosto 1991, a pochi mesi da quella famosa apparizione a "Samarcanda", raggiunto da una serie di colpi d'arma da fuoco mentre percorreva a piedi il tragitto verso il suo magazzino.
Un mese dopo la sua morte l'Italia intera salutò Libero Grassi con una bellissima trasmissione condotta a reti unificate da Santoro e Costanzo su Rai 3 e Canale 5 (diventata famosa per le pessime accuse di un allora ancora sconosciuto pessimo Totò Cuffaro contro Falcone);
A Libero è stata conferita la Medaglia d'Oro al Valor Civile:
«Imprenditore siciliano, consapevole del grave rischio cui si esponeva, sfidava la mafia denunciando pubblicamente richieste di estorsioni e collaborando con le competenti Autorità nell'individuazione dei malviventi. Per tale non comune coraggio e per il costante impegno nell'opporsi al criminale ricatto rimaneva vittima di un vile attentato. Splendido esempio di integrità morale e di elette virtù civiche, spinte sino all'estremo sacrificio.»
Ecco il video con l'intervista di Grassi a "Samarcanda":
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