Paolo Giaccone

Paolo Giaccone era un medico; si dice fosse uno dei maggiori esperti italiani nel suo campo, la medicina legale...
Purtroppo della sua vita non si conosce molto, forse perchè Paolo era una persona normalissima, con una famiglia, una casa, un lavoro nel quale si era conquistato grande rispetto da parte di tutti i colleghi... Un esempio evidente di come a chiunque possa capitare di imbattersi nella mafia. Ma solo in pochi hanno avuto lo stesso coraggio del Dott. Giaccone! A tal proposito trovo molto esaurienti le parole della figlia Milly: "Lui «era un appassionato di ornitologia, riempiva la casa di uccellini», un «uomo normale» che si ritrova nello scomodo ruolo di eroe quando rifiuta la logica del ricatto mafioso. E per questo viene ucciso."
Paolo Giaccone era dunque un dottore, dirigeva l'Istituto di Medicina Legale del Policlinico di Palermo,collaborando spesso, come consulente, con il palazzo di giustizia; Era molto bravo nel suo lavoro, tanto da mettere a punto una tecnica investigativa che sarebbe stata ripresa anche dall' FBI!
Era un uomo impegnato nel sociale,e con grande fatica ed impegno era riuscito a dar vita alla sezione di Palermo dell'AVIS; 
Era un uomo ottimista, amante della musica (suonava il piano) e di poesia.
Ma ad un certo punto il destino lo mise alla prova: nei primi mesi del 1982 il tribunale di Palermo gli affidò una perizia riguardante un'impronta rinvenuta sulla scena di un agguato (in cui persero la vita varie persone, fra cui un innocente passante) avvenuto pochi giorni prima a Bagheria...
L'impronta risultò essere di Giuseppe Marchese, nipote del boss di Corso dei Mille Filippo Marchese. La scoperta di Giaccone era rilevante, in quanto consisteva nell'unica grande prova disponibile per l'indagine. Iniziarono le pressioni, con le richieste di "aggiustare" il referto della perizia. Fu proprio l'avvocato del killer il primo a chiamare il medico con la proposta di "ammorbidire" il risultato delle analisi, ma Giaccone rispose in maniera decisa: "no avvocato, queste cose a me non deve chiederle", decretando la sua stessa condanna a morte... Alla telefonata del legale ne succedettero altre durante le notti successive, con ripetute minacce alle quali però il medico legale decise di non dare peso. Sapeva che cedendo al ricatto avrebbe decretato l'innocenza di un assassino, e che per questo i familiari delle vittime non avrebbero avuto giustizia per i loro cari. Paolo Giaccone avrebbe potuto pensare alla sua bellissima famiglia, alla sua carriera di successo, alle sue passioni, e decidere di assecondare quell'unica richiesta e continuare la sua felice vita... Ma la sua coscienza non glielo permise, sapeva che compiere bene il suo lavoro era un dovere, un dovere morale nei confronti di tutte quelle persone oneste che ogni giorno lottano contro la criminalità organizzata...
La mattina dell'11 Agosto 1982, mentre percorreva il viale alberato che conduce all'ingresso dell'ospedale, Giaccone venne raggiunto ed ucciso da un killer.
Per l'omicidio venne condannato Salvatore Rotolo, mentre l'avvocato di Marchese finì in carcere per le minacce... 
Grazie al suo lavoroe Giuseppe Marchese venne condannato all'ergastolo per gli omicidi di Bagheria;
Il Policlinico di Palermo oggi è intitolato proprio a Paolo...
Ecco un breve filmato con qualche foto montato in ricordo di Giaccone dalla figlia Milly...




Nessun commento:

Posta un commento

Qui puoi lasciare il tuo commento...