Mattarella è un cognome noto alla politica, Piersanti infatti faceva parte di una famiglia molto impegnata sia a livello locale che a in quello nazionale;
Il padre Bernardo fu una figura molto controversa: fra i fondatori della Democrazia Cristiana ricoprì più volte incarichi di governo, ma durante la sua lunga carriera fu coinvolto in diverse occasioni in accuse di collusione con la mafia (fra queste anche quella di essere implicato nella strage di Portella della Ginestra), riuscendo però in ogni occasione a destreggiarsi fra le difficoltà e ad uscirne pulito.
Anche Sergio, il fratello di Piersanti, ha svolto ruoli importanti prima tra le fila della DC, poi passando al centro-sinistra, con il quale ha concluso nel 2008 i propri incarichi parlamentari.
Piersanti Mattarella nacque a Castellammare del Golfo il 24 Maggio 1935;
Ebbe un educazione estremamente religiosa, e ben presto finì per indirizzare la sua vita verso la carriera politica, in quella DC nella quale aveva riposto grande fiducia. Faceva parte della corrente riconducibile ad Aldo Moro, di cui si dice fosse il pupillo.
Dopo alcuni mandati da consigliere e poi assessore regionale, nel 1978 venne eletto Presidente della Regione Sicilia, in una giunta appoggiata da quel PCI di cui dopo pochi mesi Pio La Torre sarebbe diventato segretario regionale.
Mattarella prese da subito posizioni chiare contro la mafia, promuovendo la legalità ed appoggiando le categorie più deboli...
Esemplare fu il suo inaspettato appoggio proprio a La Torre, quando, in occasione dell'assemblea regionale dell'agricoltura (Febbraio 79), il sindacalista attaccò duramente il relativo Assessore, additandolo come colluso con la delinquenza locale e denunciando l'Assessorato come centro della corruzione regionale. Mattarella non solo si rifiutò di prendere le difese del proprio collega di giunta, ma bensì riconobbe la necessità di ristabilire correttezza e legalità nella gestione dei contributi agricoli regionali.
Piersanti Mattarella fu assassinato il 6 Gennaio 1980;
Era appena salito in auto per andare a messa con la moglie ed i figli quando un killer armato di pistola si avvicinò al suo finestrino e lo freddò con una raffica di proiettili, che ferirono in maniera non grave anche la signora.
Inizialmente ritenuto un atto terroristico, fu Masino Buscetta a svelarne i reali mandanti: i vertici di Cosanostra... E fu un altro pentito, Francesco Marino Mannoia, a rivelare che Giulio Andreotti era a conoscenza dell'insofferenza della mafia nei confronti di Mattarella, avendo presenziato a 2 incontri con boss mafiosi (come confermato in Cassazione nel 2004 a conclusione del processo allo stesso ex Primo Ministro) aventi oggetto proprio la politica del Presidente della Regione ed il suo omicidio. Andreotti, però, non ritenette opportuno avvisare nè Piersanti, nè la magistratura, ed intavolò una personale trattativa con gli alti ranghi di Cosanostra nel tentativo di salvare allo stesso tempo sia il politico che i propri rapporti con la mafia.
Evidentemente quella fu l'unica volta in cui Giulio Andreotti, nella sua strepitosa carriera, non ottenne ciò che voleva, data la tragica fine di Mattarella...
Nessun commento:
Posta un commento
Qui puoi lasciare il tuo commento...