Rocco Chinnici (Misilmeri, 19 Gennaio 1925 – Palermo, 29 Luglio 1983) è stato un magistrato, assassinato dalla mafia.
Dopo la maturità conseguita nel 1943 presso il Liceo Classico "Umberto" a Palermo, si è iscritto alla Facoltà di Giurisprudenza di Palermo, si è laureato nel 1947.
È entrato in Magistratura nel '52 con destinazione al Tribunale di Trapani. Poi è stato pretore a Partanna per dodici anni, dal 1954. Nel maggio del '66 è stato trasferito a Palermo, presso l'Ufficio Istruzione del Tribunale, come giudice istruttore.
Nel novembre 1979, già magistrato di Cassazione, è stato promosso Consigliere Istruttore presso il Tribunale di Palermo.
«Un mio orgoglio particolare» - ha rivelato Chinnici - «è una dichiarazione degli americani secondo cui l'Ufficio Istruzione di Palermo è un centro pilota della lotta antimafia, un esempio per le altre Magistrature d'Italia. I Magistrati dell'Ufficio Istruzione sono un gruppo compatto, attivo e battagliero». Il primo grande processo alla mafia, il cosiddetto "Maxi Processo", è il risultato del lavoro istruttorio svolto da Chinnici, tra l'altro considerato il padre del Pool antimafia, che compose chiamando accanto a sé magistrati come Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e Giuseppe Di Lello.
Chinnici partecipò, quale relatore, a molti congressi e convegni giuridici e socio-culturali e credeva nel coinvolgimento dei giovani nella lotta contro la mafia. È stato il primo magistrato a recarsi nelle scuole per parlare agli studenti della mafia e dei pericoli della droga.
«Parlare ai giovani, alla gente, raccontare chi sono e come si arricchiscono i mafiosi» - diceva - «fa parte dei doveri di un giudice. Senza una nuova coscienza, noi, da soli, non ce la faremo mai».
In una delle sue ultime interviste, Chinnici ha detto:
«La cosa peggiore che possa accadere è essere ucciso. Io non ho paura della morte e, anche se cammino con la scorta, so benissimo che possono colpirmi in ogni momento. Spero che, se dovesse accadere, non succeda nulla agli uomini della mia scorta. Per un Magistrato come me è normale considerarsi nel mirino delle cosche mafiose. Ma questo non impedisce né a me né agli altri giudici di continuare a lavorare».
A lui è unanimemente riconosciuta l'intuizione,avvenuta molto prima delle dichiarazioni di Buscetta, di dover affrontare la mafia come un'organizzazione unita e strutturata, e fu proprio da questa stessa intuizione che nacque l'idea del Pool, un gruppo di magistrati specializzati e connessi tra loro in grado di lavorare a pieno regime contro la criminalità organizzata;
Rocco Chinnici è stato ucciso il 29 Luglio 82 con una Fiat 127 imbottita di esplosivo davanti alla sua abitazione in via Pipitone Federico a Palermo, all'età di cinquantotto anni. Ad azionare il detonatore che provocò l'esplosione fu il killer mafioso Pino Greco. Accanto al suo corpo giacevano altre tre vittime raggiunte in pieno dall'esplosione: il maresciallo dei carabinieri Mario Trapassi, l'appuntato Salvatore Bartolotta, componenti della scorta del magistrato, e il portiere dello stabile di via Pipitone Federico Stefano Li Sacchi.
In suo onore dal 1985 è stato istituito il Premio Rocco Chinnici. Tra i vincitori:Giuseppe Tornatore,Marco Travaglio e tanti altri.
Onorificenze: Medaglia d'oro al valor civile
«Magistrato tenacemente impegnato nella lotta contro la criminalità organizzata, consapevole dei rischi cui andava incontro quale Capo dell'Ufficio Istruzione del Tribunale di Palermo, dedicava ogni sua energia a respingere con rigorosa coerenza la sfida sempre più minacciosa lanciata dalle organizzazioni mafiose allo Stato democratico. Barbaramente trucidato In un proditorio agguato, tesogli con efferata ferocia, sacrificava la sua vita al servizio della giustizia, dello Stato e delle istituzioni»
Di seguito il link ad un articolo scritto da Paolo Borsellino nel quale con molto affetto ricorda l'amico-magistrato: clicka qui!
Ed infine ecco un filamato in cui Rocco Chinnici viene ricordato da Umberto Santino, del centro siciliano di documentazione "Peppino Impastato":
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