Giovanni Falcone

Sebbene lo si senta spesso nominare, sono poche le persone che conoscono la storia di questo autentico eroe italiano...
Pochi sanno che Giovanni Falcone è stato il reale fondatore dell'attuale metodo investigativo contro la mafia, intuendo l'importanza della vincente combinazione "intercettazioni-conti correnti-pentiti".
La sua esperienza contro Cosanostra ebbe inizio nei primi anni 80, quando, trasferitosi da Trapani a Palermo, fu coinvolto dal Capo dell'ufficio Istruzione, Rocco Chinnici, nel suo progetto, con il quale intendeva proseguire il lavoro, prematuramente interrotto, di Gaetano Costa.
Non che nella sua precedente esperienza non avesse avuto modo di sperimentare cosa significhi trovarsi a tu per tu con la morte: nel 1976, periodo nel quale tra le altre cose svolgeva il ruolo di magistrato di sorveglianza  presso il carcere della Favignana, venne preso in ostaggio e minacciato di morte da un detenuto in cerca di libertà; La vicenda si concluse senza conseguenze, ma diede modo all'Italia intera di conoscere le qualità del giovane magistrato, un uomo coraggioso e spavaldo, in grado di mostrare grande calma e professionalità anche in situazioni estreme...
Chinnici ebbe il merito di capire le potenzialità di Falcone e non si fece sfuggire l'occasione di metterlo subito alla prova, affidandogli un compito di grande responsabilità: l'istruttoria del processo Spatola. A Giovanni affiancò l'altro grande astro emergente della magistratura italiana, Paolo Borsellino, amico d'infanzia, con il quale diede vita alla grande guerra alla mafia;
Fu proprio questo straordinario trio ad ideare e creare i presupposti per la nascita del famoso "Pool antimafia", il quale avrebbe visto la luce pochi mesi dopo l'attentato a Chinnici.
Pochi sanno dell'incredibile talento coi numeri di Giovanni Falcone, in grado di districarsi senza difficoltà nella fittissima trama di assegni e conti correnti bancari con i quali i boss cercavano di ripulire i proventi della droga. Fu proprio seguendo una di queste piste che svelò la presenza di Sindona in Sicilia, smascherando la messinscena del finto rapimento del banchiere siciliano.
E fu proprio grazie a questo talento, ed alle sue doti investigative che Falcone ebbe modo di collaborare con l'FBI, raggiungendo risultati eccezionali e grandi successi, fra i quali quello nel "Pizza Connection".
Pochi sanno che a Quantico (Virginia) , presso l'accademia dell'FBI, in ricordo di quella preziosa collaborazione e di quello straordinario magistrato è presente una statua raffigurante proprio Giovanni Falcone.
Ed ancora a lui è da ascrivere il merito d'aver introdotto l'altra grande innovazione che avrebbe dato la svolta nella lotta alla mafia: l'utilizzo dei pentiti;
Fu Falcone ad assumersi l'onere di raccogliere le rivelazioni del primo, grande, fondamentale, collaboratore di giustizia: Tommaso Buscetta. Grazie al lavoro del Pool, ed alle rivelazioni di "don Masino" la giustizia italiana fu in grado di infliggere i primi, durissimi, colpi alla criminalità organizzata, e di dare il via ad una importante stagione di pentitismo che diede forte vigore alla lotta alla mafia, culminata con le ingenti condanne del Maxiprocesso.
Ed infine è bene ricordare il ruolo di "scudo", riconosciutogli dallo stesso Borsellino, che Falcone svolse verso gli altri componenti del Pool. 
Giovanni era un uomo forte, carismatico, in grado di sopportare da solo l'immensa pressione che gravava sul gruppo di magistrati e uomini delle forze dell'ordine. Si sobbarcò per anni il peso di rappresentare la lotta alla mafia, entrando consapevolmente nel mirino dei boss, inserendosi così al top della lista dei "morti che camminano"; 
Ma per conoscere meglio il carattere e la personalità di questo grande uomo, come ho già fatto per Paolo Borsellino,inserisco un filmato preso dal "Tubo", la prima parte (su cinque) della puntata de "La Storia siamo noi" riguardante proprio Giovanni:







Onorificenze: Medaglia d'oro al valor civile


"Magistrato tenacemente impegnato nella lotta contro la criminalità organizzata, consapevole dei rischi cui andava incontro quale componente del 'pool antimafia', dedicava ogni sua energia a respingere con rigorosa coerenza la sfida sempre più minacciosa lanciata dalle organizzazioni mafiose allo Stato democratico. Proseguiva poi tale opera lucida, attenta e decisa come Direttore degli Affari Penali del Ministero di Grazia e Giustizia ma veniva barbaramente trucidato in un vile agguato, tesogli con efferata ferocia, sacrificando la propria esistenza, vissuta al servizio delle Istituzioni"

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