Capita alcune volte che scrivere sia proprio difficile;
Trovare le parole giuste per raccontare Giuseppe Gatì si sta dimostrando un compito complicato…
Perchè Giuseppe Gatì era un ragazzo davvero speciale, un ragazzo che avrebbe potuto dare tantissimo a quella che lui con affetto definiva la “sua terra”, la Sicilia. Quella Sicilia per la quale aveva deciso di rimanere a combattere, nonostante avrebbe potuto ambire traguardi ben più importanti di quelli per cui aveva deciso di lottare grazie alle sue indubbie capacità. Giuseppe Gatì aveva 22 anni quando in una fredda mattina di Gennaio fu folgorato a morte mentre, come sempre, si occupava delle mansioni che il suo umile lavoro richiedeva.
E ci tengo a sottolineare: umile lavoro!
Perchè questa sua capacità di adattarsi, o forse sarebbe meglio dire “di sacrificarsi”, è la caratteristica di lui che più mi ha colpito…
Molti lo ricordano per il coraggio dimostrato nell’ormai famosa contestazione a Vittorio Sgarbi, con la quale aveva voluto difendere Gian Carlo Caselli e gli uomini del Pool Antimafia.
Certo il suo è stato un gesto importante, non tanto per il reale valore che ebbe (sappiamo bene che Sgarbi non è certo la persona più amata del paese) quanto per il significato morale e culturale che un’azione del genere comportava: la ribellione dei giovani Siciliani, di quei ragazzi stufi di sopportare passivamente tutto il marcio che vedevano crescere intorno a sè, e vogliosi di darsi da fare in prima persona per cambiare le cose…
Solo in pochi però hanno evidenziato la sua voglia di sacrificarsi.
Giuseppe era senza dubbio un ragazzo intelligente, brillante. Con la sua testa ed il suo carattere avrebbe potuto arrivare davvero lontano. Ma al suo futuro preferì anteporre l’amore per la sua terra, la voglia di non cedere alla tentazione di scegliere la via più facile e fuggire, ma di restare e combattere pur dovendo adattarsi ad uno stile di vita che certamente, viste le sue doti, gli stava stretto.
Giovani come lui, purtroppo, sono più unici che rari.
Il suo ricordo ci dà la forza di provare a fare del nostro meglio per portare avanti le sue idee…
Dal suo blog: La mia terra la difendo
Chi sono
Giuseppe Gati’ Savio, nato ad Agrigento il 18 /10/1986, residente a Campobello di Licata (AG), cittadino libero.
Ho voluto specificare il mio “status”, per combattere il servilismo che ogni giorno di piu’ avvolge il nostro Paese.
Ho scelto di rimanere in Sicilia, di non andare via anche se vivere qui è duro, durissimo.
La Sicilia non è bella, è bellissima, ed io voglio lottare per far si che questa vituperata terra possa rinascere.
Cerco di fare cio’, portando dentro di me il ricordo di gente comeFalcone, Borsellino, Pio La Torre, Peppino Impastato, Pippo Fava, Beppe Alfano….e tutti coloro hanno dato la vita per ridare dignita’ alla Sicilia e ai Siciliani
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