E' quando si spengono i riflettori che la ndrangheta torna a colpire, quando vanno via le telecamere e non si parla più di magistrati sotto minaccia.
Non ci si concentra più sui loro volti, sulle loro vite condizionate dal lavoro e spesso contrassegnate da minacce.
Il sostituto procuratore Giuseppe Lombardi é uno di questi: il suo ruolo é tra i più duri in una terra difficile come la Calabria.
In una terra dove la ndrangheta dopo gli arresti eccellenti degli scorsi mesi ribatte di nuovo un colpo per incutere timore. Solo cosi si può leggere il ritrovamento di un ordigno vicino all'automobile del Sostituto Procuratore. Ordigno che, secondo i primi rilievi, poteva, esplodendo, mandare in frantumi i vetri del palazzo di fronte, spostare una macchina, ma sopratutto, e questo é il fatto più grave, uccidere un uomo.
E l'obbiettivo era propio lui: Giuseppe Lombardi.
La bomba era confezionata con dei ritagli dei giornali che parlavano della dura requisitoria fatta alcuni giorni fa dal Sostituto Procuratore durante il processo Meta, quando ha chiesto pesanti condanne per i mafiosi e gli imprenditori imputati.
Ma non é solo questo.
La ndrangheta ha lanciato un avvertimento preciso: si vocifera di future operazioni che coinvolgeranno imprenditori e politici.
"Ti faremo la festa" recitava il biglietto di minacce.
Per il magistrato Lombardi é la quarta intimidazione in meno di due anni.
Anni duri, sempre in prima linea assieme agli altri magistrati della procura di Reggio Calabria. Due anni senza nessuna tutela essendo fino a pochi giorni fa totalmente sprovvisto di scorta.
Il comitato di pubblica sicurezza ha infatti deciso durante l'ennesima riunione di affidare la scorta al magistrato.
Ci sono voluti due anni e quattro intimidazioni. Meglio tardi che mai!
Ma anche se ora il Sostituto Procuratore è più protetto lo scenario non cambia in un paese come l'Italia dove ogni giorno chi indaga sui poteri forti e sulla commistione di questi con la criminalità organizzata viene delegittimato e isolato.
Speriamo che oltre alla scorta al coraggioso magistrato Lombardi sia fornito dalle Istituzioni locali e nazionali il massimo sostegno. Infatti per poter svolgere indagini così delicate non serve solo la massima dedizione ma anche un forte appoggio per sentirsi meno soli di fronte a questa dura lotta.
Non ci si concentra più sui loro volti, sulle loro vite condizionate dal lavoro e spesso contrassegnate da minacce.
Il sostituto procuratore Giuseppe Lombardi é uno di questi: il suo ruolo é tra i più duri in una terra difficile come la Calabria.
In una terra dove la ndrangheta dopo gli arresti eccellenti degli scorsi mesi ribatte di nuovo un colpo per incutere timore. Solo cosi si può leggere il ritrovamento di un ordigno vicino all'automobile del Sostituto Procuratore. Ordigno che, secondo i primi rilievi, poteva, esplodendo, mandare in frantumi i vetri del palazzo di fronte, spostare una macchina, ma sopratutto, e questo é il fatto più grave, uccidere un uomo.
E l'obbiettivo era propio lui: Giuseppe Lombardi.
La bomba era confezionata con dei ritagli dei giornali che parlavano della dura requisitoria fatta alcuni giorni fa dal Sostituto Procuratore durante il processo Meta, quando ha chiesto pesanti condanne per i mafiosi e gli imprenditori imputati.
Ma non é solo questo.
La ndrangheta ha lanciato un avvertimento preciso: si vocifera di future operazioni che coinvolgeranno imprenditori e politici.
"Ti faremo la festa" recitava il biglietto di minacce.
Per il magistrato Lombardi é la quarta intimidazione in meno di due anni.
Anni duri, sempre in prima linea assieme agli altri magistrati della procura di Reggio Calabria. Due anni senza nessuna tutela essendo fino a pochi giorni fa totalmente sprovvisto di scorta.
Il comitato di pubblica sicurezza ha infatti deciso durante l'ennesima riunione di affidare la scorta al magistrato.
Ci sono voluti due anni e quattro intimidazioni. Meglio tardi che mai!
Ma anche se ora il Sostituto Procuratore è più protetto lo scenario non cambia in un paese come l'Italia dove ogni giorno chi indaga sui poteri forti e sulla commistione di questi con la criminalità organizzata viene delegittimato e isolato.
Speriamo che oltre alla scorta al coraggioso magistrato Lombardi sia fornito dalle Istituzioni locali e nazionali il massimo sostegno. Infatti per poter svolgere indagini così delicate non serve solo la massima dedizione ma anche un forte appoggio per sentirsi meno soli di fronte a questa dura lotta.
Sarà difficile visto che al centro dell'ambito politico ci sono al vaglio misure liberticide che potrebbero ridurre le armi giudiziare per combattere le mafie, ma sono sicuro che tutti i cittadini calabresi onesti sono e saranno sempre al fianco del Sostituto Procuratore Giuseppe Lombardi ed a tutta la coraggiosa procura di Reggio Calabria.
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