“Un mese fa sono stato a Cinisi. Hanno messo una lapide sotto il balcone in cui abitò Peppino. Da quel balcone, da quella lapide, ci vogliono esattamente cento passi per arrivare al portone di Gaetano Badalamenti. Questa è la dimensione della vita in un paese di mafia, cento passi tra vittima e carnefice. Ci vuol poco a divorarli, quei cento passi. Ci volle poco, per Tano Seduto.”
Le parole di Claudio Fava, il figlio di Pippo, grande giornalista barbaramente ucciso nel 1984, raccontano alla perfezione quale fosse la realtà che Peppino Impastato aveva scelto di affrontare. L’immagine dei cento passi che lo dividevano dal potente boss mafioso, ripresa da Mario Tullio Giordana nel suo film, rende perfettamente l’idea di quanto forti fossero il coraggio e la passione che spingevano Peppino, un giovane siciliano cresciuto in un paese mafioso, all’interno di una famiglia mafiosa. Peppino era un giovane brillante e ricco di idee. Avrebbe potuto abbandonare la sua terra per andare in cerca di fortuna altrove. Avrebbe potuto addirittura seguire le orme dello zio o del padre, e cercare fortune facili all’interno del mondo malavitoso. Fece la scelta più difficile: restare e combattere per la sua terra, per i suoi ideali.
Per questo motivo Peppino Impastato rappresenta per i giovani uno splendido esempio.
La sua vita, la sua storia, devono essere un modello da imitare.
Prima di tutto, però, c’è bisogno che qualcuno le racconti. E chi meglio di suo fratello Giovanni può narrare Peppino, le sue battaglie, le sue imprese?
Giovanni Impastato sarà ospite di due interessantissime serate in cui discuteremo del fratello, ma anche della Sicilia di allora: dell’oppressione esercitata da Cosa nostra, del muro di omertà che la circondava e dei rapporti mafia-politica-imprenditoria.
Lo faremo analizzando in parallelo quello che accade oggi al nord, ed in particolare nella nostra Provincia, cercando di capire quali siano le similitudini, le situazioni che si ripetono, ma soprattutto in che modo possiamo renderci utili nel contrastare questo fenomeno, anche grazie agli insegnamenti che ci ha lasciato Peppino.
Si comincia Lunedì 7 Novembre a Borgosatollo. Giovanni Impastato sarà ospite nell’ambito della rassegna “Esperienze vere – Storie di alcuni testimoni del nostro tempo”, arrivata alla sua quarta edizione ed organizzata quest’anno grazie alla collaborazione fra il “Comitato per la Pace” di Borgosatollo e la Rete Antimafia provincia di Brescia.
L’incontro si terrà presso il Teatro Comunale in via Leonardo da Vinci a partire dalle 20.45. A moderare: Erminio Bissolotti, giornalista del “Giornale di Brescia”.
Martedì 8 Novembre si replica.
Giovanni Impastato sarà ospite dell’Associazione Universitaria “Studenti Per-UDU Brescia” presso la facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Brescia, via San Faustino 41, a partire dalle 20.30.
Il dibattito “La mafia, ieri e oggi”,il primo incontro della rassegna “La mafia a cento passi da casa nostra”, vertirà su come la realtà mafiosa abbia cambiato completamente modo di agire e di propagarsi negli ultimi 30 anni.
Quello che era un fenomeno che pareva circoscritto al sud si è poi mostrato come un cancro il cui centro economico è diventato il nord Italia ed in particolare la Lombardia dei colletti bianchi. Fernando Scarlata, coordinatore del Comitato Peppino Impastato, membro della Rete Antimafia di Brescia ed autore di “Tentacoli. La criminalità mafiosa a Brescia”, e Giovanni Impastato, fratello di Peppino ucciso a Cinisi (Pa) nel 1978, rappresentano una diretta testimonianza ed analisi di questi due diversi tessuti sociali e di come la società civile si è adoperata per migliorarli. Ci forniranno un quadro generale dell’infiltrazione mafiosa in provincia e della percezione che la cittadinanza dimostra di avere di questo fenomeno focalizzando l’attenzione sui numerosi aspetti che accomunano la nostra situazione con quella nella Sicilia degli anni 70\80.
Giovanni e Fernando metteranno a disposizione rispettivamente la propria esperienza e la propria conoscenza per darci degli spunti utili per la nostra crescita in questo campo.
Due voci autorevoli che possono darci un quadro chiaro e completo dell’infiltrazione mafiosa in Lombardia, moderate e introdotte dal Professore Carlo Alberto Romano, titolare della cattedra di Criminologia presso la Facoltà di Giurisprudenza di Brescia.
Saranno due serate davvero molto interessanti e ricche di spunti, per questo motivo vi aspettiamo numerosi!
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